N. 2 (2017): Foucault. Saperi, dispositivi, soggettivazioni
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C’è posto per la filosofia nella filosofia di Foucault?

Gaetano Rametta
Università di Padova

Pubblicato 05-11-2017

Abstract

Nella lezione inaugurale del corso L’Hermeneutique du sujet, Foucault identifica una soglia di differenziazione tra filosofia antica e filosofia moderna. Nella filosofia antica, il saggio non è soltanto il sapiente, il conoscere non è finalizzato soltanto alla scoperta delle strutture fondamentali del mondo. In altri termini, non c’è ancora la scissione tra soggetto e oggetto. Il pensiero non è ancora l’attività attraverso la quale la mente può rivelare i rapporti che legano gli oggetti gli uni agli altri, traducendoli in relazioni logico-matematiche. Il criterio dell’evidenza non ha ancora subordinato a sé l’attività filosofica; il sapere non è ancora al servizio esclusivo della tecnica, intesa come capacità di manipolazione degli oggetti esterni conformemente ai fini ed ai bisogni del soggetto. Di contro, in età moderna, la sophia si separa completamente dalla phronesis: se già nell’antichità l’uomo prudente, il saggio (phronimos) non doveva essere necessariamente un uomo di scienza (sophos, “savant”), il sapere dell’uomo di scienza, nella modernità, non si limita ad essere distinto, ma diventa del tutto indifferente rispetto alla capacità di guidare con saggezza la propria condotta nella vita.