Abstract
Nelle parole del Benjamin ventunenne risuona con vigore l’anatema nietzscheano
scagliato nella Seconda Inattuale contro una nozione bloccata, feticistica, di un passato “affossatore [non vivificatore] del presente”, oggetto di culto monumentale, antiquario, archeologico da parte di una storia e di uno storico privi della forza plastica (il che significa anche distruttiva, corrosiva, critica appunto) “di usare il passato per la vita e di tra-sformare la storia passata in storia presente” . “La storia” annota Nietzsche “degenera nel momento stesso in cui la fresca vita del presente non la anima e ravviva più” . Contro ogni forma di inerzia e passività del sapere storico, Nietzsche – che scrisse la Nascita della tragedia non per sistemarla filologicamente nel passato, ma per consentirne la rinascita attualizzante e rigeneratrice nel presente – delinea la figura di uno storico vigile e attivo, capace di stabilire costellazioni istantanee tra presente e passato affinché questo possa riesplodere, dissestandolo e riarticolandolo, nello hic et nunc.